Questo blog è animato da un gruppo di
counselor formati dalla Scuola Mindfulness Project di Milano, che ha sede
presso l'Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia (Pisa). La nostra visione della
Mindfulness, mutuata dalla Scuola e dal nostro percorso di praticanti del
Dharma Buddhista, ci porta a mettere al centro e ad approfondire i temi della
Consapevolezza (Sati), delle Quattro Dimore Divine (Benevolenza, Compassione,
Gioia Condivisa ed Equanimità), del Nobile Ottuplice Sentiero anche in quelle
situazioni nelle quali ci troviamo a contatto con la sofferenza umana, nostra e
di coloro con cui a vario titolo entriamo in contatto.
Questa è la Mission della
Mindfulness, come era stata formulata all'inizio dal suo fondatore, Jon
Kabat-Zinn all'inizio degli anni '70, traendo ispirazione dalla sua pratica
svolta nell’alveo delle principali tradizioni Buddhiste, Theravada, Tibetana e
Zen.
Da allora molte cose sono cambiate e
andate avanti. La Mindfulness è ora articolata in numerosissimi protocolli che
vanno ad affrontare le più disparate psicopatologie, essendo stata "presa
in carico" da un consistente drappello di psicologi
cognitivo-comportamentali. Questa evoluzione, forse all'inizio inaspettata, ha
contribuito ad una grandissima diffusione anche a livello di mass-media di
termini come Mindfulness, Consapevolezza e di pratiche come la Meditazione, il
rilassamento, il body-scan e così via. E questo non può che farci
piacere.
Però alcuni vecchi praticanti possono
sentire l'esigenza di rimettere a posto il puntino sulla “i” di Mindfulness, e
tra i tanti spunti in questo senso, volevo menzionare l'introduzione scritta da
Jon Kabat-Zinn ad un libro, per ora disponibile solo in inglese: Mindfully
facing desease and death (Windhorse Publications, 2016) di Ajahn
Analayo. L'autore è un monaco nato in Germania nel 1962 e ordinato a Sri Lanka
nel 1995. Nella sua vita alterna soggiorni in Germania (dove è professore
all'Università di Amburgo), a Taiwan, a Sri Lanka e negli Stati Uniti, dato che
di recente è diventato insegnante residente all'Insight Meditation Society di
Barre (Massachusetts). Va però anche detto che ovunque si trovi, trascorre buona
parte di ogni settimana in continua meditazione, in condizioni, in pratica, di
ritiro monastico.
Nel corso degli anni si è andato
affermando come una delle maggiori personalità al mondo nello studio del Buddhismo
antico, cioè di quel corpus di testi che possono esser fatti risalire ad un
periodo compreso tra il 500 e il 300 a.c., precedente quindi alla costituzione
del Buddhismo Theravada che forma il background di pratiche affermate anche in
Occidente come la Vipassana. E' autore anche di Satipatthana. Il
cammino diretto per la realizzazione, (la cui lettura vivamente
consigliamo) ora disponibile in formato elettronico presso il sito del
Monastero Santacittarama a questo link: https://santacittarama.altervista.org/ebook/ebooks.htm?fbclid=IwAR3w1NWGeQwjzjbV4-fiCvFT_jqdktMZEt0XIKsPO479_xwPvfp2hbnNs3E#SATI.
Nell'introduzione a Mindfully
facing... (del 2016) Kabat Zinn ricorda come alla fine
degli anni '70 solo pochi testi erano a disposizione per l'approfondimento del
Dharma sia dal punto di vista pratico che teorico. Ora le cose sono molto
cambiate e l'affacciarsi sulla scena di maestri, studiosi e studiosi-praticanti
come Ajahn Analayo consente di colmare molte lacune, compreso tutto ciò che
gira attorno al tema "pratica del Dharma e vita quotidiana". Ci
sembra di poter dire che la questione non sia solo quella di formulare
protocolli e validarli scientificamente, ma, come scrive Kabat-Zinn:
"Come 'istruttori Mindfulness’
all'interno della medicina e della sanità moderne, noi dobbiamo insegnare sulla
base della nostra personale esperienza, piuttosto che citare autorevoli fonti o
testi Buddhisti o, a riguardo, prendere spunto da storie Buddhiste accattivanti
o ispiratrici. Nondimeno, noi stessi dovremmo essere radicati nella nostra
pratica del Dharma basata su gli insegnamenti classici di diverse tradizioni
Buddhiste, mentre continuiamo ad imparare da, e a praticare con, Maestri di
Dharma riconosciuti. Questo significa che noi dovremmo essere traduttori del Dharma e della
pratica in un linguaggio universale che sia nondimeno congruente a quegli
insegnamenti classici nella misura in cui riusciamo ad incarnarli nelle nostre
vite. Nel MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction, il protocollo Mindfulness
per la riduzione della sofferenza originale formulato alla fine da Kabat-Zinn)
e negli altri interventi basati sulla Mindfulness che hanno proliferato nei
decenni passati, ci si riferisce a questo come ad 'insegnare sulla base della
propria pratica ed esperienza". Ma questo non significa insegnare quello
che ognuno preferisce, né mettere su la propria personale versione del Dharma.
Significa immergersi negli insegnamenti classici per consolidare e rafforzare
il nostro impegno a vivere una vita risvegliata attraverso la pratica di Mindfulness
e Heartfulness".
Sostenere l'aspetto "Dharma"
della Mindfulness, ecco lo scopo di questo blog.
Lorenzo Giovannini
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