lunedì 25 febbraio 2019

Un puntino sulla i di Mindfulness...


Questo blog è animato da un gruppo di counselor formati dalla Scuola Mindfulness Project di Milano, che ha sede presso l'Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia (Pisa). La nostra visione della Mindfulness, mutuata dalla Scuola e dal nostro percorso di praticanti del Dharma Buddhista, ci porta a mettere al centro e ad approfondire i temi della Consapevolezza (Sati), delle Quattro Dimore Divine (Benevolenza, Compassione, Gioia Condivisa ed Equanimità), del Nobile Ottuplice Sentiero anche in quelle situazioni nelle quali ci troviamo a contatto con la sofferenza umana, nostra e di coloro con cui a vario titolo entriamo in contatto.
Questa è la Mission della Mindfulness, come era stata formulata all'inizio dal suo fondatore, Jon Kabat-Zinn all'inizio degli anni '70, traendo ispirazione dalla sua pratica svolta nell’alveo delle principali tradizioni Buddhiste, Theravada, Tibetana e Zen.
Da allora molte cose sono cambiate e andate avanti. La Mindfulness è ora articolata in numerosissimi protocolli che vanno ad affrontare le più disparate psicopatologie, essendo stata "presa in carico" da un consistente drappello di psicologi cognitivo-comportamentali. Questa evoluzione, forse all'inizio inaspettata, ha contribuito ad una grandissima diffusione anche a livello di mass-media di termini come Mindfulness, Consapevolezza e di pratiche come la Meditazione, il rilassamento, il body-scan e così via. E questo non può che farci  piacere.
Però alcuni vecchi praticanti possono sentire l'esigenza di rimettere a posto il puntino sulla “i” di Mindfulness, e tra i tanti spunti in questo senso, volevo menzionare l'introduzione scritta da Jon Kabat-Zinn ad un libro, per ora disponibile solo in inglese: Mindfully facing desease and death (Windhorse Publications, 2016) di Ajahn Analayo. L'autore è un monaco nato in Germania nel 1962 e ordinato a Sri Lanka nel 1995. Nella sua vita alterna soggiorni in Germania (dove è professore all'Università di Amburgo), a Taiwan, a Sri Lanka e negli Stati Uniti, dato che di recente è diventato insegnante residente all'Insight Meditation Society di Barre (Massachusetts). Va però anche detto che ovunque si trovi, trascorre buona parte di ogni settimana in continua meditazione, in condizioni, in pratica, di ritiro monastico.
Nel corso degli anni si è andato affermando come una delle maggiori personalità al mondo nello studio del Buddhismo antico, cioè di quel corpus di testi che possono esser fatti risalire ad un periodo compreso tra il 500 e il 300 a.c., precedente quindi alla costituzione del Buddhismo Theravada che forma il background di pratiche affermate anche in Occidente come la Vipassana. E' autore anche di Satipatthana. Il cammino diretto per la realizzazione, (la cui lettura vivamente consigliamo) ora disponibile in formato elettronico presso il sito del Monastero Santacittarama a questo link: https://santacittarama.altervista.org/ebook/ebooks.htm?fbclid=IwAR3w1NWGeQwjzjbV4-fiCvFT_jqdktMZEt0XIKsPO479_xwPvfp2hbnNs3E#SATI.

Nell'introduzione a Mindfully facing... (del 2016) Kabat Zinn ricorda come alla fine degli anni '70 solo pochi testi erano a disposizione per l'approfondimento del Dharma sia dal punto di vista pratico che teorico. Ora le cose sono molto cambiate e l'affacciarsi sulla scena di maestri, studiosi e studiosi-praticanti come Ajahn Analayo consente di colmare molte lacune, compreso tutto ciò che gira attorno al tema "pratica del Dharma e vita quotidiana". Ci sembra di poter dire che la questione non sia solo quella di formulare protocolli e validarli scientificamente, ma, come scrive Kabat-Zinn:

"Come 'istruttori Mindfulness’ all'interno della medicina e della sanità moderne, noi dobbiamo insegnare sulla base della nostra personale esperienza, piuttosto che citare autorevoli fonti o testi Buddhisti o, a riguardo, prendere spunto da storie Buddhiste accattivanti o ispiratrici. Nondimeno, noi stessi dovremmo essere radicati nella nostra pratica del Dharma basata su gli insegnamenti classici di diverse tradizioni Buddhiste, mentre continuiamo ad imparare da, e a praticare con, Maestri di Dharma riconosciuti. Questo significa che noi dovremmo essere traduttori del Dharma e della pratica in un linguaggio universale che sia nondimeno congruente a quegli insegnamenti classici nella misura in cui riusciamo ad incarnarli nelle nostre vite. Nel MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction, il protocollo Mindfulness per la riduzione della sofferenza originale formulato alla fine da Kabat-Zinn) e negli altri interventi basati sulla Mindfulness che hanno proliferato nei decenni passati, ci si riferisce a questo come ad 'insegnare sulla base della propria pratica ed esperienza". Ma questo non significa insegnare quello che ognuno preferisce, né mettere su la propria personale versione del Dharma. Significa immergersi negli insegnamenti classici per consolidare e rafforzare il nostro impegno a vivere una vita risvegliata attraverso la pratica di Mindfulness e Heartfulness".

Sostenere l'aspetto "Dharma" della Mindfulness, ecco lo scopo di questo blog.

Lorenzo Giovannini

Nessun commento:

Posta un commento